"L’artista vive oggi al di fuori della comunità sociale, poiché l’elemento poetico, e cioè religioso, dell’umanità è scomparso nei governi moderni. Quale interesse ha un artista o un poeta per coloro che credono di risolvere il problema della felicità umana attraverso l’estensione di taluni privilegi, l’incremento illimitato dell’industria e dell’egoistico benessere? Possono forse importare a loro quegli uomini, «inutili» alla macchina governativa, che vanno per il mondo, rianimando la fiamma sacra dei nobili sentimenti e delle sublimi esaltazioni, e soddisfano con le loro opere a quella necessità indefinita di beltà e di grandezza che riposa, più o meno soffocata, in fondo a tutte le anime? Sono passati i bei tempi in cui l’arte stendeva i suoi rami fioriti sulla Grecia intera, inebriandola dei suoi profumi. Ogni cittadino era artista, allora: tutti, fossero legislatori, filosofi o guerrieri, erano preoccupati dell’idea del bello morale, intellettuale e fisico."
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