No, secondo la mia esperienza
Spesso i miei allievi danzatori mi chiedono cosa fare per essere più musicali ed avere un movimento più interpretativo a lezione.
Wow! Che domandone per loro!
La musicalità e l'interpretazione sono due parole enormi e non facili da comprendere e da mettere in pratica per un giovane studente.
Come musicista coinvolto totalmente nella formazione artistica di questi ragazzi sono costretto a fare in piccolo passo indietro prima di entrare a pieno nell'argomento prettamente musicale.
C'è un problema da risolvere a monte: è quello di liberarsi dalla costrizione di pensare "sempre e solo" a tutte le correzioni meccaniche nel momento in cui eseguono un esercizio.
Queste "benedette e sacrosante" correzioni vanno studiate e ristudiate prima della classe in modo che durante l'esecuzione ci siano meno pensieri "tecnici" in tempo reale e più spazio per l'ascolto e la comprensione del messaggio musicale.
Pensare alle correzioni da un giorno all'altro non può dare la certezza che il cervello le abbia acquisite e risolte.
Bisogna studiarle prima.
E qui scatta la famosa "scenetta" ( perdonate la parola), dove l'insegnante alla fine dell'esercizio dice all'allievo:"Non vedo la correzione che ti ho dato ieri!"
E l'allievo risponde:" Eppure ci ho pensato per tutto l'esercizio..."
Trovare presto soluzioni a questo problema permetterebbe di affrontare i problemi musicali più facilmente, per cui per adesso mi fermo qui.
In ogni caso immaginando di proseguire, sarebbe fantastico, ove possibile, creare una collaborazione e condivisione di intenti tra insegnante e pianista per chiarire ai giovani studenti cosa si intenda per musicalità e interpretazione.
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